ARTROPATIE E GUIDA
Patients with reduced range of motion of the cervical spine often complain of difficulty in maneuvering and parking: in many cases, additional internal mirrors are able to increase the field of vision, facilitating the execution of driving maneuvers in greater safety. The choice of appropriate mirrors and their exact positioning depend on the model of car and disability individuale14. In addition to neck pain, the back pain, sacroiliitis, sciatica are conditions in which the prolonged station by car, the entry or exit from the vehicle, the use of the pedals can be difficult.
ARTRITE REUMATOIDE E PATOLOGIE ARTICOLARI
Gioia Di Muzio, Specialista in Allergologia ed Immunologia Clinica, Ricercatore a contratto in Reumatologia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Roberto Perricone, Direttore U.O.C. Reumatologia Ospedale Fondazione Policlinico Tor Vergata, Direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia ed Immunologia Clinica, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Secondo l’OMS, le patologie reumatiche rappresentano la prima causa di dolore e disabilità in Europa (superando malattie cardiovascolari e neoplasie), e circa la metà di tutte le condizioni croniche che affliggono la popolazione ultrasessantacinquenne, nonché il motivo più frequente di visita ambulatoriale. La popolazione mondiale sta invecchiando in tutti i Continenti: lo scenario demografico dei prossimi decenni indica che il numero degli ultrasessantacinquenni è destinato a raddoppiare tra il 1990 e il 2025. Nel 2030, più del 25% della popolazione europea e, nel 2050, più del 30% degli italiani avranno più di 65 anni. Tutto ciò ha pesanti implicazioni sulla diffusione delle malattie reumatiche, soprattutto per quanto riguarda le forme degenerative come l’artrosi che, secondo una recente stima, affligge attualmente il 13,1% della popolazione in Spagna, il 12,2% in Italia, il 10,6% nel Regno Unito, il 10,5% in Francia e l’11,7% in Germania.
Quanto alle forme infiammatorie (Artrite Reumatoide-AR), in Italia rappresentano il 6% delle malattie reumatiche e la prevalenza, a livello nazionale, è stimata essere tra lo 0,3 e lo 0,6% nella popolazione generale, con una predilezione per il sesso femminile (rapporto di 3 a 1 rispetto a quello maschile). Nel loro complesso, le malattie reumatiche rappresentano la più frequente causa di assenze lavorative e sono responsabili del 27% circa delle pensioni di invalidità attualmente erogate in Italia, in quanto circa il 22% dei pazienti è obbligato ad abbandonare qualsiasi tipo di lavoro ed il 10% necessita di assistenza continua. L’Osservatorio Sanità e Salute, sulla base di dati forniti da Istat, Ministero della Salute, AIFA ed INPS, ha rilevato che in Italia circa 780.000 persone sono colpite dalle forme croniche di Artrite Reumatoide (300.000) e Spondiloartropatie, tra cui l’Artrite Psoriasica (480.000) e che la spesa per queste malattie supera i 4 miliardi di euro l’anno, costo rappresentato per metà dalla perdita di produttività lavorativa.
Sono circa 4.000.000, invece, le persone colpite dall’Artrosi, condizione degenerativa più frequente in soggetti più anziani (colpisce 1 su 2 settantenni) e responsabile di una disabilità lavorativa nel 30% di soggetti con meno di 65 anni. È inoltre importante sottolineare che il carattere sistemico di alcune di queste sindromi determina una riduzione dell’aspettativa di vita per le modificazioni del profilo metabolico e l’aumentato rischio di comorbidità. Queste evidenze danno un notevole sostegno alla necessità di una diagnosi precoce e di un trattamento adeguato delle malattie reumatiche: è stato infatti dimostrato che un intervento terapeutico appropriato nelle fasi precoci di malattia è efficace nel ridurre la morbilità, mantenere la funzione e prolungare la vita del malato reumatico.
La guida dell’auto nel paziente con malattie osteoarticolari
Driving for the person disabled by osteoarticular diseases
Guidare un’automobile è considerata un’attività strumentale della vita quotidiana (IADL), particolarmente importante per le persone affette da Artrite, molte delle quali dipendono proprio dalla guida per mantenere la propria mobilità, indipendenza e partecipazione sociale (Cranney et al., 2005).
Tuttavia, guidare è un’attività complessa che richiede l’interazione di abilità visive, cognitive e motorie, per praticare anche manovre basiche, come accelerare e frenare. Cambiamenti di queste abilità possono influenzare la sicurezza della guida4, tanto che alcune evidenze suggeriscono che pazienti con artrite o altre patologie muscolo scheletriche possano avere un maggior rischio di incidenti o di violazioni al codice della strada rispetto ad altri adulti sani, mentre altre fonti non sottolineano tale rischio (Marshall, 2008; McGwin, Sims, Pulley, & Roseman, 2000; Vernon et al., 2002). Precedenti ricerche avevano sottolineato come la cessazione della guida e la conseguente riduzione delle attività fuori casa fosse associata ad una maggiore insorgenza di depressione e ad un declino della qualità della vita, (Marottoli et al.,2000).
Pur conoscendo a fondo l’importanza del mantenimento delle attività della vita quotidiana e di una terapia occupazionale a tal fine, non è comune che gli specialisti delle patologie muscolo scheletriche valutino le performance del paziente alla guida.
Al contrario, il paziente stesso è spesso reticente nel confidare le proprie difficoltà, per il timore della sospensione della patente di guida. L’artrite causa dolore, astenia, limitata mobilità articolare, perdita della forza muscolare e dei tempi di reazione, tutte condizioni che possono inficiare la performance alla guida.
Alcuni autori hanno sottolineato che la tipologia del coinvolgimento articolare, caratteristica di alcune forme di artrite, può limitare la capacità di compiere specifiche azioni durante la guida (Cranney et al., 2005; Hawley & Dunne, 2002; Jones, McCann, & Lassere, 1991). Ad esempio, patologie dei dischi intervertebrali cervicali possono risultare in difficoltà nel guardare alle spalle per cambiare corsia o invertire il veicolo (Jones et al., 1991).
La maggior parte dei problemi riscontrati alla guida vengono dai pazienti attribuiti al design stesso del veicolo, alla necessità di girare la chiave dell’iniezione, di aprire e chiudere la portiera, di allacciare e slacciare le cinture di sicurezza, di salire e scendere dalla macchina stessa. In molte situazioni si rende necessario adottare delle modifiche all’autovettura per facilitarne la guida da parte di persone con reumartropatie.
Tra queste, apertura e partenza telecomandate, supporti preformati alla chiave, supporti aggiuntivi del sedile, supporti per la testa e le braccia, copertine ergonomiche per il sedile; facilitazioni per le cinture di sicurezza, volante riadattato e ricoperto, estensioni per gli specchietti retrovisori, pedali modificati, pedale dell’accelerazione spostato a sinistra, freno a mano elettrico, estensione della leva del cambio.
Sfortunatamente, trattasi di modifiche ed adattamenti costosi per il paziente, che spesso vive di pensione di invalidità o comunque di introiti minimi fissi. A tal proposito, la legge regionale dell’Emilia Romagna n. 29 del 21 Agosto 1997 prevede “norme e provvedimenti per favorire le opportunità di vita autonoma e l’integrazione sociale delle persone disabili”. In particolare, due articoli prevedono “contributi a favore delle persone disabili per l’acquisto e l’adattamento di autoveicoli privati” (L.R. n 29/1997 art 9) e “contributi a favore delle persone disabili per agevolare la permanenza nella propria abitazione” (L.R. n 29/1997 art 10).
Lo scopo di tale legge è di promuovere l’autonomia delle persone con disabilità, con una combinazione di interventi attraverso contributi e agevolazioni per l’acquisto, l’adattamento di cose, mezzi e strumentazioni tecnologiche ed informatiche per l’ambiente domestico, le attività quotidiane e l’automobile5. Nella pratica comune, molti studi hanno riportato che l’AR limita la guida nella maggior parte dei pazienti6 ma i possibili presidi per facilitare la guida nei pazienti affetti da AR sono decisamente sottoutilizzati.
Questo è in parte dovuto al lento progredire della malattia ed alla tendenza di alcuni pazienti a minimizzare. Il questionario HAQ-DI (Health Assessment Questionnaire) si dimostra uno strumento robusto in questo ambito. Uno score HAQ-DI ≥1 correla con difficoltà alla guida ed il suo evitamento7, perciò potrebbe essere utile, in pazienti con score HAQ-DI ≥1, operare una corretta informazione attraverso dei centri di valutazione delle capacità di guida di questi soggetti. Medici e fisioterapisti sembrano avere uno scarso ruolo in questo, invece è importante indirizzare in tale direzione pazienti con maggiori livelli di disabilità, come dimostrato dallo score HAQ, che risulta uno strumento molto semplice e rapido in tale ambito.
Uno studio del 19918 descrive l’esperienza di un centro di valutazione della guida in pazienti affetti da patologie dell’apparato muscolo scheletrico: vengono dettagliatamente descritte le difficoltà incontrate dai pazienti con diversi tipi di artrite, e le possibilità di aggirarle. Si ribadisce inoltre il ruolo del terapista occupazionale, che dovrebbe svolgere un lavoro di equipe con il team di reumatologia.
Le principali problematiche emerse da interviste rilasciate dai pazienti riguardano l’uso delle mani, dei piedi, del rachide superiore ed inferiore, nonché difficoltà sovratentoriali come prontezza di riflessi, attenzione nei confronti del traffico e dei pedoni, e generiche problematiche di concentrazione.
Nel caso dell’osteoartrosi, il coinvolgimento dell’anca e del ginocchio interferisce in tutte le attività della guida che richiedono un movimento degli arti inferiori, mentre un’inabilità alla guida a causa dell’artrosi delle mani è molto più rara. Individui con lombalgia o sciatalgia mostravano difficoltà soprattutto nell’uso dei pedali e nel mantenere la posizione seduta.
Come precedentemente descritto, la complessa e multidisciplinare strategia terapeutica è volta alla conservazione dell’autonomia e della qualità di vita del paziente o al ripristino delle stesse ad esempio, dopo un intervento di sostituzione protesica. Uno studio ha esaminato il periodo di tempo necessario dopo un intervento di artroprotesi d’anca per riprendere la guida. Tale intervallo di tempo è estremamente soggettivo e varia in base alla abilità del paziente ed alla sua convalescenza. In genere, si assesta intorno alle 6-8 settimane.
Si raccomanda che il paziente stazioni in un veicolo fermo prima di guidare, che in prima istanza prediliga brevi percorsi e che si faccia accompagnare da un passeggero in grado di guidare al suo posto in caso di difficoltà9. Un altro lavoro sottolinea l’importanza di poter apportare su veicoli automatici delle modifiche di lato così da favorire pazienti con patologie dell’arto superiore o inferiore destro10.
Nel lavoro di Jones del 19918, viene meticolosamente proposta una soluzione per ciascuna delle disabilità alla guida che può affliggere il paziente affetto da difficoltà motorie. Di seguito alcuni esempi:
Allacciare/slacciare le cinture di sicurezza àbobina non inerte, estensione del braccio di attacco delle cinture di sicurezza, modifiche al gancio delle cinture stesse
Manipolazione della chiave àchiave modellata
Uso del freno a mano àsua conversione in una leva verticale per attivarlo/disattivarlo; tenere l’auto con la marcia ingranata quando è ferma al parcheggio; usare l’acceleratore o la frizione per la partenza in salita. Acquistare un’auto automatica
Apertura/chiusura della portiera mantenere oliati cardini e maniglie; modificare i pulsanti; allargare le maniglie
Sistemazione degli specchietti chiedere aiuto ad altre persone per riposizionare gli specchietti
Uso del cambio allungare la manopola, acquistare un’auto automatica, modificare il perno del cambio automatico con un tipo a spinta verso il basso
Arrivare alle cinture di sicurezza agganciare le cinture attorno alla leva del sedile, ostacolare il loro completo riavvolgimento
Sterzare/curvare imbottire il volante per aumentarne il volume e facilitarne la presa, incrementare la pressione delle gomme anteriori, motorizzare lo sterzo
Fare retromarcia àsganciare le cinture di sicurezza durante la manovra di retromarcia; installare specchietti retrovisori più grandi, installare specchietti aggiuntivi, fare retromarcia avvalendosi dei soli specchietti
Comodità e posizione del sedile àestendere lo spazio di scorrimento dei sedili; modificare la posizione dei sedili posteriori; posizionare cuscinetti cervicali o lombari
Entrata/uscita dal veicolo à posizionare il bacino sul sedile prima delle gambe; estendere lo spazio di scorrimento dei sedili
Utilizzo dei pedali modifiche ai pedali, automobile automatizzata
Confidenza col traffico fare pratica con un istruttore in strade poco trafficate; viaggiare su strade familiari;
Dolore e stanchezza nei lunghi viaggi soste frequenti nei lunghi viaggi; uso consapevole di analgesici; stabilire una posizione di viaggio rilassante.
Anche lo stesso utilizzo del freno a mano può creare problemi: si tratta di flettere l’avambraccio sul braccio destro, manovra che può rivelarsi dolorosa in caso di anchilosi del gomito od epicondilite. Oggi l’evoluzione tecnologica dispone anche di stazionamento elettromeccanico che implica solo il ricorso ad un dito della mano destra, FIGURA 1.11
Anche pazienti affetti da spondilite anchilosante denunciano difficoltà alla guida, soprattutto nell’effettuare manovre di retromarcia12.
La cervicalgia è, in effetti, uno dei problemi maggiormente avvertiti dai pazienti con SA che, alla guida, similmente ai pazienti affetti da altre reumartropatie, evitano particolari tragitti, hanno difficoltà nell’eseguire alcune manovre, guidano solo se accompagnati, guidano con un passeggero che li assiste nelle manovre, usano specchietti aggiuntivi, hanno difficoltà nell’allacciare le cinture di sicurezza13. Questo studio suggerisce che pazienti con SA con importante cervicalgia o coloro che hanno un grado di rotazione del collo minore di 30 gradi (angolatura richiesta per guardare comodamente gli specchietti laterali) dovrebbero sottoporsi ad un esame sulla capacità di guida o all’uso di specchietti aggiuntivi.
Pazienti con ridotta escursione motoria del rachide cervicale denunciano spesso difficoltà di manovra e nel parcheggiare: in molti casi, specchietti interni supplementari sono in grado di aumentare il campo visivo del guidatore, facilitando l’esecuzione di manovre di guida in maggiore sicurezza. La scelta di adeguati specchietti ed il loro esatto posizionamento dipendono dal modello di automobile e dalla disabilità individuale14. Oltre alla cervicalgia, la lombalgia infiammatoria, la sacroileite, la sciatalgia sono condizioni nelle quali la prolungata stazione in automobile, l’entrata o l’uscita dal veicolo, l’uso dei pedali possono essere difficoltosi.
Bibliografia
Fisiologia Clinica alla guida. A.Ferrara et al.,Piccin Editore, Padova, 2015- Cap. 18,